Per aiutare i genitori in crisi, l’Istituto Reich, utilizza un approccio definito Parenting the Parents, o brevemente PtP.
Il PtP si rivolge soprattutto a genitori e neonati nelle crisi postnatali acute, prevalentemente nel primo anno di vita del bambino.
Il PtP nasce dal “Pronto Soccorso Emozionale”di Thomas Harms, integrato con la teoria del “Principio Paterno” di Francesco Dragotto.
La metodologia deriva dal pronto soccorso orgonomico di W. Reich e dalle successive elaborazioni di sua figlia Eva.
In un sistema familiare, specialmente dopo la nascita del primo figlio, oltre alla gioia possono attivarsi stress, disturbi post-traumatici da stress, ansia e panico.
Se il bambino sperimenta difficoltà di allattamento o del sonno, egli ha reazioni di pianto e di agitazione.
Queste sono vie naturali del bambino per scaricare il sovraccarico di energia ma, se i genitori non comprendono che questi comportamenti sono funzionali all’autoregolazione del bambino, a causa della loro ansia o di traumi del passato non risolti, essi finiscono per perdere anche il contenuto delle preziose informazioni rivolte a loro dal figlio proprio attraverso questi comportamenti.
A questo punto i genitori sentono di non essere più in grado di gestire il pianto del bambino e il bambino non può liberarsi dell’eccessivo accumulo di carica.
La famiglia entra in un cortocircuito di comportamenti e sensazioni disfunzionali che potenziano e alimentano ulteriormente i comportamenti disadattivi.
Vediamo genitori passeggiare e cullare nervosamente il figlio per tutta la notte, un comportamento che incrementa l’agitazione del bambino; oppure vediamo genitori che litigano e che si incolpano a vicenda per il pianto del bambino oppure ancora, come ultima soluzione, l’utilizzo di medicine per favorire il sonno del bambino.
Spesso i disturbi sono di natura emozionale, relazionale e affettiva, quali: disturbi della regolazione del ritmo sonno/veglia; difficoltà di allattamento; pianto continuo e inconsolabile del bambino.
Spesso i genitori stressati e/o traumatizzati si sentono impotenti davanti alle richieste del figlio; di sovente le crisi del figlio generano crisi tra i genitori; le crisi tra i genitori possono creare crisi nel figlio, perdendo così la circolarità affettiva.
Le emozioni sono bloccate nella loro espressione e in genere c’è rabbia o apprensione eccessiva.
I disturbi possono così prendere il sopravvento creando situazioni di stress molto gravi nel nucleo familiare e necessitano di un aiuto esterno.
Nel Parenting the Parents una coppia di operatori, una donna e un uomo, accoglie la coppia di genitori e la sostiene durante un percorso costituito da una serie di incontri, da un minimo di tre ad un massimo di dieci, tra specialisti, genitori e bambino/i.
Il nostro approccio parte dall’osservazione della relazione di attaccamento tra padre, madre e neonato, si esaminano inoltre eventuali segni di stress e di trauma emozionale, sia nel figlio, sia nei genitori.
Gli incontri hanno durata di un’ora e sono a cadenza settimanale.
Gli obiettivi di tale metodologia sono: Sostenere l’attivazione delle risorse interne alla relazione stessa, rinforzando la fiducia di base del padre e della madre nelle proprie capacità di cura; Sostenere e ristabilire le innate capacità di autoregolazione del neonato; Sostenere e ristabilire la regolazione del contatto bioemozionale tra genitori e figli; Rafforzare la qualità della comunicazione, orientandola al rispetto profondo di sé e dell’altro; Re-bonding dei genitori.
Gli strumenti utilizzati nel Parenting the Parents sono: l’attivazione di una respirazione funzionale; il rallentamento dei ritmi, spesso troppo concitati ed ansiogeni; l’ascolto attivo; l’alfabetizzazione sensoriale ed emozionale; il Baby massage; il Massaggio bioenergetico dolce per i genitori.
Oltre che rivolgersi alle situazioni di crisi tra genitori e figli, o tra gli stessi genitori, a causa dei frequenti momenti di crisi dei loro neonati, la metodologia del PtP si è rivelata efficace anche con bambini più grandi e nei casi, sempre più frequenti, di bambini adottati.
In quest’ultimo caso questo strumento si è rivelato efficace nella costruzione del legame affettivo tra bambino adottato e genitori adottivi.