Reich, Porges e la vita prenatale.
Quale modello per la regolazione affettiva?
La regolazione affettiva
Alla nascita, l’essere umano non ha la completa capacità di regolare autonomamente alcuni sistemi fondamentali, come ad esempio la termoregolazione; per questo necessita di un periodo di tempo, detto esogestazione, per poter raggiungere la capacità di autoregolazione. Questo processo di costruzione dell’autoregolazione avviene grazie alla relazione con il/ i caregiver/s. Anche la regolazione degli affetti avviene secondo questa modalità relazionale, detta sintonizzazione affettiva: Un processo di mutua condivisione e scambi di stati affettivi.
Questo processo è stato particolarmente studiato dall’Infant Research e poi esteso anche ad altre situazioni relazionali, come ad esempio nel setting psicoterapeutico, dove la relazione primaria si riattualizza.
Secondo Stern ( Stern, D. 2005) la sintonizzazione affettiva è un processo continuo che consente alla madre di far comprendere al figlio che non solo ha capito cosa sta chiedendo ma, e soprattutto, che ha compreso i suoi stati emotivi. Questo processo continuo, quasi una danza tra madre e bambino, è in gran parte di natura implicita.
La sintonizzazione affettiva diviene la base del processo di attaccamento e crea coerenza in un organismo che via via aumenta il suo grado di complessità, di definizione e di autoregolazione.
Tronick (Tronick, E.Z. 1998) analizza sperimentalmente i momenti di rottura della sintonizzazione affettiva.
Secondo questo autore, la relazione madre-bambino è fatta normalmente di momenti di sintonizzazione e di rottura della sintonizzazione, a cui segue nuovamente una fase di sintonizzazione: Play-Still-Reunion. È proprio grazie a questa successione di fasi, che si concludono con momenti di nuova sintonizzazione, che il bambino costruisce la propria fiducia di base
Le Neuroscienze forniscono notevoli contributi all’individuazione e alla comprensione dei correlati neurofisologici del processo di sintonizzazione affettiva, radicandolo profondamente nel corpo.
Secondo Shore (Shore, A. 2003), una buona sintonizzazione affettiva stimola il sistema dopaminergico. A sua volta, grazie all’attività degli oppioidi, questo sistema stimola i sistemi e centri celebrali legati alla ricompensa. L’attivazione legata al sistema dopaminergico, e quindi alla ricompensa, è fondamentale per lo sviluppo del Sistema Nervoso.
Sempre secondo Shore, gli eventi socio-emozionali si imprimono nelle strutture celebrali in formazione durante quello che lui definisce come lo “scatto di crescita del cervello” che avviene durante la gestazione e il primo anno di vita.
Con la scoperta dei neuroni specchio ad opera del team di ricercatori coordinato da Rizzolatti, si è posto un altro tassello nella comprensione dei meccanismi neurali che sottendono vari processi, tra cui quello della sintonizzazione affettiva.
A tal proposito, Gallese (Gallese, V.2001) parla di simulazione incarnata intendendo un processo implicito di riproduzione degli stati mentali dell’altro, perché condivisi a livello neurale.
Porges (Porges, S.W. ) individua nel ramo mielinizzato del Nervo Vago il vettore neurofisologico per l’ingaggio sociale; elemento fondamentale per il processo di attaccamento.
Secondo le ricerche di questo neuroscienziato, il Sistema Nervoso Autonomo è costituito da tre componenti ordinate gerarchicamente: il Vago vegetativo, filogeneticamente più antico e responsabile del comportamento di evitamento del contatto attraverso l’immobilizzazione (freezing); il Sistema Simpatico, attivo nelle situazioni di lotta o fuga; Sistema Vagale Mielinizzato, deputato all’ingaggio sociale.
Se l’ambiente è percepito come sicuro, allora l’intero organismo è regolato in modo da promuovere lo scambio sociale attraverso l’incremento dell’attività del Vago Mielinizzato che rallenta il battito cardiaco, inibisce il meccanismo attacco-fuga e interrompe la risposta allo stress dell’asse ipotalamo – ipofisi – surrene.
In caso di ambiente insicuro o minaccioso viene inibita l’attività del Vago Mielinizzato ed entrano in funzione i sistemi più antichi.
Sulla base di ciò, il sistema vivente evoluto filogeneticamente deve avere una modalità per valutare il rischio e inibire i sistemi più antichi di lotta-fuga o di freezing; Porges chiama questa modalità Neurocezione, che diviene la base dell’ingaggio sociale, dal processo di attaccamento, all’accoppiamento, alla creazione di legami intimi e duraturi.
Il sistema di ingaggio sociale, con il suo substrato neurofisiologico del Vago Mielinizzato costituisce la base della sintonizzazione affettiva, a sua volta base della regolazione affettiva. La maturazione di questo sistema inizia nell’ultimo trimestre della gestazione.
Ma prima di questa epoca, cosa accade?
Si può parlare di sintonizzazione affettiva prima dello sviluppo di questa strutture?
Quali vie utilizza?
Certamente esiste una via di comunicazione ormonale; ad esempio nella 13a settimana inizia la montata prolattinica e il riflesso di suzione fetale.
Dall’epigenetica sappiamo come le condizioni ambientali uterine siano in grado di modificare l’espressione genica.
Sappiamo che lo sviluppo della sensorialità inizia molto presto.
Alla quinta settimana di gestazione iniziano a differenziarsi l’organo dell’udito, che si completa alla 28a, e il nervo ottico, che raggiunge la maturazione alla 13a; nello stesso periodo della 13a settimana è in funzione il senso del gusto, mentre il nervo olfattivo inizia a maturare dalla 17a settimana.
Sappiamo che il feto riconosce precocemente il sapore del liquido amniotico attraverso l’Organulo Vomero Nasale di Jacobson che trasduce in sapore l’odore in soluzioni liquide. (Ferri, G. 2017)
E’questo il sapore di una relazione primaria?
A ben vedere tutta la sensorialità la possiamo pensare come specializzazioni di un primo senso, il tatto (fig.1)>
Cosa è l’udito se non il massaggio del suono su un epitelio, così come fa l’aria nel portare gli odori, le sostanze che accarezzano le papille gustative o le luci peri recettori visivi?
Ricordiamo anche come la pelle e gli organi di senso, derivino dallo stesso foglietto embrionario del sistema nervoso.
Il tatto-contatto è una funzione che esiste già nella fase embrionaria. Una cellula ha nella pelle-membrana il suo organo di senso e la sua porta di comunicazione con il mondo, una pelle capace di aprirsi selettivamente al mondo uterino in cui è immersa.
L’affettività primaria
Come possiamo intendere l’affettività quando un essere è formato da poche cellule?
Certamente una cellula non avrà la coloritura delle emozioni di una persona, ma di certo sappiamo che può muoversi e proliferare in ambiente favorevole e reagire contraendosi in situazioni di pericolo.
E’ questa una risposta adattiva a una paura primaria?
Attraverso quale di queste vie agisce quindi la regolazione affettiva prenatale?
A questo punto occorre una visione integrata, sistemica, olistica ed ecologica. Occorre un cambio di paradigma.
Dobbiamo ricorrere alla Teoria della Complessità applicata ai sistemi viventi.
I sistemi viventi sono sistemi complessi, dinamici, aperti che per mantenere il “progetto vita” debbono funzionare lontano dalle condizioni di equilibrio.
Secondo questa ottica non possiamo prescindere dai concetti di Energia, Campo e Unità Funzionale.
Siamo debitori a Reich, e ora possiamo rivedere i sui concetti in un’ottica moderna e condivisibile.
Energia e Campo
Energia. Senza di essa nessun processo vitale potrebbe essere possibile. Reich non aveva strumenti scientifici adeguati al suo pensiero innovativo e dovette coniare il neologismo, a volte infelice, orgonica per definirla; ora sappiamo che si tratta dell’energia biologica dei sistemi viventi, che pertanto non corrispondeva alle altre forme di energia conosciute da Reich.
In Superimposizione Cosmica, Reich definiva l’uomo un frammento particolarmente organizzato dell’energia cosmica.
Tra le righe, e non troppo, Reich ci sta dicendo che questo frammento di energia, che siamo noi, è immerso in un Campo più ampio.
Siamo una zona particolarmente condensata del Campo Universo.
Energia e Materia, corpo nel nostro caso, due aspetti di uno stesso processo.
Energia e movimento. Senza movimento il sistema è destinato a collassare e morire.
Il movimento energetico è responsabile delle emozioni nel vivente. “La bioenergia è l’energia vitale che sottende la processualità biofisica e l’espressione delle emozioni dell’organismo: è l’elemento unificante della dicotomia psiche-soma”. (Ferri, G. Cimini, G. 2012, p. 19).
Emozione e movimento energetico; di nuovo due aspetti di uno stesso processo.
L’ Unità Funzionale come processo energetico coerente e organizzato intelligentemente e che si esprime in un Campo; un Campo Bio-Energetico, informato e incarnato.
Un Campo facente parte di Campi più ampi, come in un’organizzazione frattalica.
Nel modello dell’Istituto Reich (Carbonari, F. Zoppi, F. 2014) chiamiamo il campo perinatale Campo Bio-Energetico Primario, un campo figlio-madre-padre. (fig.2)
Un Campo embrione/feto-utero prima della nascita e bambino-seno successivamente ad essa. Un Campo informato della presenza paterna, che nella vita prenatale funziona per duplice via: esterna all’utero-feto e contemporaneamente interna all’embrione/feto grazie ai suoi ventitre cromosomi. Dopo la nascita, una presenza paterna esterna alla diade bambino-madre, ma funzionalmente insieme ad essa (dalle lezioni di Funzionalismo Energetico di Francesco Dragotto.)
Ecco quindi che possiamo rileggere l’avventura prenatale in un’ottica di relazione di Campi sin dal concepimento e la sintonizzazione affettiva diviene una sintonizzazione bio-energetica tra i campi del e nel Campo Bioenergetico Primario Torniamo quindi sulle tracce prenatali
La linea del tempo prenatale
La vita prenatale ha due grandi estremi temporali: il concepimento e la nascita (fig.3)
Tutta la perinatalità è caratterizzata da un continuum di fasi per ognuna delle quali esiste un “organo” principale, una sorta di porta, attraverso la quale si esprime primariamente la relazione e pertanto la sintonizzazione affettiva.
Questi “organi” sono l’espressione funzionale della Relazione di Campo in una determinata fase, ed aree del Campo in cui la comunicazione può esprimersi o bloccarsi.
Facciamo un viaggio a ritroso lungo la nostra linea della vita prenatale.
Il momento della nascita viene spesso pensato come termine della prenatalità. In realtà sappiamo che il mammifero umano, a causa della sua complessità, non termina il viaggio prenatale con la nascita. Sicuramente questa marca una svolta epocale nella sua vita, che avrà comunque bisogno del periodo di esogestazione per maturare i suoi sistemi vitali.
Nelle prime fasi dopo la nascita il mezzo specifico della regolazione affettiva sarà dato dal contatto e dalla suzione, colorato di tutti gli aspetti neurocettivi di cui parla Porges: Lo sguardo, le vocalizzazioni, le espressioni facciali, la selezione dei suoni da parte dell’orecchio medio, ecc.
Procediamo a ritroso nel tempo; dalla nascita al concepimento.
Prima della nascita, nel periodo fetale, in cui avviene gran parte dello sviluppo neuro-sensoriale descritto in precedenza, i mezzi specifici di regolazione affettiva saranno dati dal contatto continuo attraverso il liquido amniotico e dalla relazione attraverso il complesso addome fetale -funicolo ombelicale-placenta, nei due versanti fetale e materna (fig.4)
Possiamo poi suddividere il periodo embrionario in due fasi: Dall’annidamento fino alla formazione della placenta e del funicolo ombelicale e l’altra dal concepimento all’annidamento.
Dall’annidamento alla placentazione l’embrione si fa spazio nella mucosa uterina in cui mette radici affondando le sue digitazioni trofoblastiche: mezzo specifico della comunicazione embrionario-materna di questa epoca, oltre al contatto con l’ambiente uterino (fig. 5).
Prima ancora c’è il periodo dell’energia autogena, in cui l’embrione naviga per circa sette giorni dalla tuba all’utero in cerca del luogo dove annidarsi.
Durante questa fase precoce, i mezzi a disposizione sono il contatto attraverso la membrana della morula e il gradiente intrauterino (fig. 6)
Sono questi dei precursori dei livelli corporei di reichiana memoria?
Big Bang o Big Bounce?
Spesso si pensa al momento del concepimento come il momento zero del nostro viaggio. A volte lo si paragona al Big Bang della nascita dell’Universo.
Certamente questo è vero per la nascita di un nuovo essere, ma costui nasce dal nulla?
Se vogliamo essere coerenti con il paradigma della Complessità non possiamo che pensare all’esistenza di un “universo preistorico”
La cosmologia moderna, anch’essa figlia delle Teorie della Complessità e della Fisica Quantistica, parla di Big Bounce. Il nostro sembra essere un Universo che emerge da altri universi precedenti.
Così come il concepimento, che non avviene in un campo vuoto, ma in un campo che ha una sua pregressa stratificazione storica (fig. 7).
L’ovocita fecondato sarà un campo informato dell’ordine di genitura e della storia di quell’utero che lo sta ospitando, perché farà una grande differenza essere il primo inquilino o l’ultimo di una lunga serie, oppure ancora andare ad abitare un utero che ha subìto traumi.
L’ovocita fecondato sarà informato della relazione tra quello spermatozoo e la cellula uovo, ovvero della relazione tra il padre e la madre del nascituro, i quali a loro volta sono informati delle loro storie familiari antiche.
Saranno determinati anche il desiderio o meno di quel figlio, la presenza o meno del padre, il contesto sociale ed economico, l’ambiente di vita.
Tutte queste determinanti coloreranno la regolazione affettiva primaria e costituiranno i mattoni su cui il feto prima , e poi il bambino, andranno a costruire le loro relazioni intime.
Conclusioni
La sintonizzazione affettiva è un processo determinate e necessario per un sano processo di sviluppo.
Scopo della promozione della salute perinatale è quello di proteggere e favorire questo processo.
Per operare progetti mirati e appropriati non possiamo che far riferimento ad una visione integrata, sistemica, olistica ed ecologica e alla ricerca di attivazioni coerenti con la situazione e con il momento dello sviluppo del nuovo essere.
Il concetto di Campo Bioenergetico Primario offre un valido supporto alla prassi della promozione della salute e della prevenzione in ambito psicocorporeo e consente di operare sin dalle prime fasi prenatali dello sviluppo, se non dal quelle del desiderio di un figlio.
La Teoria della Complessità, le Neuroscienze e l’infant Research ci sostengono nel fare ciò e nel pagare in parte quel debito in sospeso, anche in questo ambito, con buon Wilhelm Reich.
Dott.Fabio Carbonari
Psicologo Psicoterapeuta Roma
Bibliografia
Carbonari, F., Zoppi, F. (2014) Un approccio Corporeo nelle relazioni primarie. Integrazione nelle Psicoterapie. N° 4 2014. Ed., Scientifiche Aspic, Roma – pagg.69-76
Ferri, G. (2017) Il Corpo Sa. Edizioni Alpes, Roma
Ferri,G: Cimini, G (2012). Psicologia e Psicopatologia Funzionale. Edizioni Alpes, Roma
Gallese,V. (2001). The “Shared Manifold”: Hypothesis from mirror neurons to empathy. Journal of Consciousness Studies, VOl 8 /2011 – pages 33–50.
Porges, S. W. (2014) La Teoria Polivagale. Giovanni Fioriti Editore, Roma
Stern, D. (2005) Il momento presente. In psicoterapia e nella vita quotidiana. Raffaello Cortina Editore, MIlano
Shore, A. (2003) Affect Regulation and the Repair of the Self – W.W. Norton & Company, New York
Tronick, E. Z. (1998) Dyadically expanded states of consciousness and the process of therapeutic changes Infant, in Mental Health Journal Autumn-Fall 1998- Michigan Association for Infant Mental Health – pages 290-299.