Non c’è dubbio; stiamo vivendo un tempo profondamente critico, vissuto dai più come una vera e propria catastrofe.
Ma sappiamo bene che crisi, crisis in latino e krino in greco, significa separare, valutare, scegliere. Stiamo vivendo un tempo/crinale; un tempo di separazione, di valutazioni e scelte.
Stiamo vivendo un tempo di continui mutamenti, rapide biforcazioni radicali del sistema di cui non è possibile prevederne l’esito. Dalle teorie sistemiche sappiamo bene come una piccola variazione delle condizioni inziali possa comportare grandi differenze nel risultato finale.
Siamo nel caos.
Renè Thom, sul finire degli anni cinquanta del secolo scorso, chiamò queste condizioni “un momento di catastrofe” (la Teoria delle Catastrofi fu antesignana delle teorie del caos e della teoria dei sistemi dissipativi)
Per rimanere nel nostro ambito psicocorporeo, durante la vita dei sistemi biologici e degli ecosistemi, si incontrano diversi momenti di catastrofe.
Nella linea evolutiva ontogenetica di ciascuno di noi abbiamo incontrato diversi momenti catastrofici fisiologici, che ci hanno fatto separare da uno stato di equilibrio conosciuto e rassicurante per approdare al nuovo; basti pensare, su tutti, al momento della nascita.
Ma qui e ora c’è qualcosa di diverso,
Attualmente si stanno sovrapponendo più elementi di discontinuità, che già ognuno di questi creerebbe di per sé le condizioni per una biforcazione catastrofica:
- L’accelerazione temporale, imposta da una modernità ormai neanche più liquida, ma piuttosto evaporata;
- la mancanza di confini, definizioni, altro elemento della modernità evaporata; una modernità con radici nella dicotomia mente-corpo, dicotomia che comporta anche ad una separazione tra noi e gli altri da noi, tra noi e l’ambiente in cui viviamo, facendo diventare questi dei nemici o degli oggetti da sfruttare.
- terzo elemento, l’irrompere sulla scena della pandemia, con il suo corollario di morti, ma anche, e forse soprattutto, con l’attentato agli elementi fondanti del nostro essere animali sociali, affettivi ed evolutivamente intelligenti.
Il distanziamento, soprattutto quando lo chiamiamo distanziamento sociale, e l’uso di mascherine facciali, se non agiti con consapevolezza, possono divenire attentati alla nostra mente incarnata, per dirla con Varela, rafforzando la separazione dall’altro, dal diverso, dall’ambiente.
Le misure di contenimento del virus sono ovviamente necessarie in questo momento storico, ma possono comportare l’ulteriore e massiccia virtualizzazione del corpo e disincarnazione delle relazioni sociali con il loro corollario di paura paranoica dell’altro,
Attualmente ci troviamo davanti non più ad una biforcazione, ma ad una multiforcazione.
Siamo davanti ad un salto quantico evolutivo in cui si rende necessario un pensiero divergente, nuovo, “out of the box”, come dicono gli anglosassoni, creativo.
La creatività è strettamente connessa al pensiero divergente e all’evoluzione delle specie; se usata in maniera appropriata può diventare una delle chiavi per orientare intelligentemente il processo verso un ordine crescente, a maggiore coerenza e complessità.
Complessità, coerenza e creatività possono essere considerate tre parole chiave che possono indicarci la strada d’uscita da quello che sembra una sorta di buco nero in cui siamo piombati.
Ma se, con un passaggio creativo, cambiassimo la prospettiva potremmo cogliere coerenza anche in questo buco nero.
Proviamo a pensare la pandemia come l’attuale elemento emergente della nostra società.
Una società (dal latino socius – amico, compagno) che ha perso la connessione con il senso collettivo, con l’ambiente, con i valori profondi e fondanti dell’essere umani, sostituendoli con l’individualismo arrogante e onnipotente.
Tornare ad un pensiero e un agito olistico, ecologico, sistemico e solidale può essere la via per uscire dalla pandemia e dalla peste emozionale, per dirla con W. Reich, che oggi ci attanaglia.
*Liberamente tratto dalla presentazione della tavola rotonda con Rubens Kignel dal titolo “Tempo di Trasformazione e creatività” alla Conferenza online “Body and Psychotherapy at the time of Pandemic” Bologna, 19 Dicembre 2020.
Dott.Fabio Carbonari
Psicologo Psicoterapeuta Roma