Attacco di panico o “solo” ansia?

Panico, ansia, angoscia. Parole usate spesso come sinonimi, ma che si riferiscono a stati psicofisiologici ben diversi tra loro.

Esiste comunque un denominatore comune tra essi ed è la paura.

La paura, di  per sé, è un’emozione fondamentale, per cui  non è affatto negativa; senza di essa non avremmo avvertito i pericoli del mondo e la nostra specie non sarebbe sopravvissuta a lungo.

Ma quando la percezione del pericolo è sopravvalutata e si fissa ad una situazione, su un oggetto esterno o interno, come, ad esempio,  prendere l’aereo,  un animale, o persino una parte del nostro corpo, allora la paura prende il nome di fobia che  invalida la qualità della nostra vita.

Entriamo quindi nel campo della clinica.

Il fatto stesso di aver  “fissato” la paura ad un oggetto che ci impedisce lo star bene ha comunque il vantaggio di renderla spesso evidente ai nostri occhi.

Tale evidenza può darci la spinta per rivolgerci ad uno specialista che sarà in grado di fare una esatta diagnosi e, conseguentemente, un progetto terapeutico.

Ma come facciamo a sapere se siamo preda di un attacco di panico o stiamo percependo uno stato di ansia?

I Sintomi dell’Ansia

Intanto possiamo partire nel distinguere sensazioni diverse come ansia, angoscia e panico provando ad ascoltare il nostro corpo.

Il nostro corpo è uno strumento eccezionale per individuare un po’ meglio di cosa si tratta:  possiamo partire proprio dal sentire  dove  e come percepiamo questo stato sgradevole o doloroso.

L’ansia spesso viene percepita come un qualcosa che toglie il fiato, inspiriamo ma non riusciamo ad espirare o il respiro è affannato, corto; frequentemente il battito cardiaco accelera,  c’è un senso di irrequietezza diffuso, non è possibile  stare fermi.

L’ansia ha una sua localizzazione psico corporea nel torace.

L’angoscia è più profonda, viscerale, con minor agitazione motoria rispetto all’ansia. Ci si sente quasi sprofondare ed è quasi sempre legata a separazioni importanti, lutti, passaggi esistenziali estremamente difficili.

L’angoscia è localizzata più in basso rispetto all’ansia; è localizzata nelle nostre viscere.

Nel panico la mobilizzazione è massima ed estremamente disorganizzata e pervasiva; è la sensazione di  un terremoto, uno tsunami.

E’ preponderante la sensazione di morire.  Il tempo, durante l’attacco di panico, sembra essersi fermato in un momento terribile a cui pensiamo di non sopravvivere.

La cura

Attualmente la richiesta di intervento psicologico o psicoterapeutico per attacco di panico rappresenta una delle voci maggiori.

Viviamo ritmi di vita molto stressanti e ciò causa la diffusione di  stati ansiosi cronici.

Spesso le persone richiedono un primo colloquio per attacco di panico dopo aver fatto un’autodiagnosi, in parte influenzate dalla grande diffusione di questa sindrome.

E’ necessario un clinico specializzato per un’attenta anamnesi, e con un trattamento, anche se si tratta di “sola” ansia, è possibile migliorare la qualità della propria vita.


Articolo a cura della
Dr.ssa Dott.ssa Francesca Zoppi
Psicologa Psicoterapeuta a Roma e Nettuno

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