Una recensione di Emotional neglet and the adult in therapy di Kathrin Stauffer.
Ed W.W.Norton& C. ( N.Y .-U.S.A.) 2021
Il mio lavoro clinico di psicoterapeuta corporeo con i pazienti adulti prevede un’attenta analisi degli avvenimenti determinati che si sono verificati nei primi momenti della loro esistenza, a partire dalla vita prenatale.
I segni incisi da questi eventi precoci li ritroviamo poi nel carattere, nelle relazioni e nel corpo delle persone che incontro nel setting terapeutico.
Sulla stessa onda si muove Kathrin Stauffer, psicoterapeuta di origini svizzere che da anni risiede e lavora a Cambridge – UK .
Ho la fortuna di conoscere Kathrin da diversi anni e con lei lavoriamo insieme nell’ambito dell’European Association for Body Psychotherapy- EABP.
Nel suo ultimo lavoro, Emotional Neglet and the Adult in Therapy, Stauffer individua un particolare evento determinante, o per meglio dire una serie di eventi, occorsi nei primi mesi ed anni di vita.
In letteratura troviamo un’immensa mole di studi e ricerche che riguardano il trauma, in particolare il trauma infantile.
L’autrice individua uno specifico sottogruppo del trauma, quello dei bambini “semplicemente” ignorati da parte di chi si sarebbe dovuto prendere cura di loro.
Questi bambini non hanno subìto abusi, violenze, o abbandoni reali, anche se questi possono sovrapporsi ed addizionarsi tra loro nel particolare clima affettivo e relazionale in cui spesso questi bambini sono vissuti.
La Stauffer evidenzia come i “bambini ignorati”, questa è la sua definizione di questo particolare sottogruppo, costituiscano uno specifico quadro nosologico e come questa condizione possa costituire la base per successivi traumi da abuso, sia fisico che emozionale.
Dice la Stauffer “Quando questi bambini ignorati si presentano in terapia da adulti, danno l’impressione di individui profondamente traumatizzati, ma non presentano nella loro storia eventi traumatici. Nella mia esperienza c’è una sottile differenza nella presentazione tra pazienti abusati e negletti, anche se si possono sovrapporre considerevolmente (ed infatti molti bambini negletti soffrono anche di maltrattamenti o abusi di qualche genere)” p.10 (trad. dell’ aut.)
Attraverso la partecipata narrazione di quattro storie cliniche di sua osservazione, la collega ci conduce ad una lettura psicocorproea e umanistica di come queste tracce antiche si esprimo nel qui e ora delle quattro persone.
Spesso questi adulti, che da bambini sono stati ignorati dalle persone e dall’ambiente di riferimento primario, giungono in terapia con un quadro complesso di ansia, se non panico. Presentano soventemente una bassa stima di se stessi e spesso sono estremamente ansiosi di prendersi cura dell’altro. A volte presentano delle compulsività.
Sono persone dai confini deboli, frequentemente con un senso dell’identità incerto. Sono molto sensibili all’umore dell’altro.
L’attaccamento è stato fragile, insicuro e fortemente ansioso.
A livello controtransferale, la terapeuta a volte percepisce un senso di noia, freddezza, assenza di qualcosa di vitale, nebbia, scarsezza o addirittura assenza di parole.
L’autrice passa quindi in rassegna le principali teorie psicoterapeutiche sui bambini ignorati, correlate con i contributi delle attuali conoscenze neuroscientifiche, al fine di poter tracciare dei principi generali di psicoterapia con quegli adulti che da bambini sono stati ignorati, per poi illustrare degli interventi specifici.
Le quattro storie cliniche iniziali vengono riprese e a conclusione del libro viene presentato il quadro al termine delle relative psicoterapie.
Con il tipico approccio umanistico che la contraddistingue, l’autrice focalizza l’attenzione, e gran parte del processo terapeutico, sulle grandi risorse umane celate in questi adulti-bambini ignorati.
“L’esperienza di essere sottovalutati e respinti inizia nell’infanzia. Tipicamente, i bambini ignorati emozionalmente pensano e si comportano in maniera tale che la civiltà occidentale non incoraggia” p 204 (trad. dell’ aut.).
La società attuale predilige persone boriose, arriviste, popolari, cosa diametralmente opposta al modo di pensare e agire di questi adulti.
Attraverso un’amorevole e supportivo percorso terapeutico, quelli che erano i risultati delle strategie per affrontare il trauma di essere stati dei bambini ignorati, diventano le risorse di persone cariche di umanità: calma, autoriflessione, dedizione al bene comune.
Dott.Fabio Carbonari
Psicologo Psicoterapeuta Roma